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venerdì 20 gennaio 2017

POSTCARD: IL PONTE MEDIEVALE DI PROH

PROH , NOVARA - PONTE MEDIEVALE
PROH , NOVARA - PONTE MEDIEVALE

Nascosto tra le risaie della Provincia di Novara, in frazione Proh, nella località di Briona, si trova un ponte di origine medievale.

Sorge lungo la roggia Mora, a pochi passi dal cimitero e dal Castello locale.
Si tratta di una costruzione a “schiena di mulo”, ad unica mandata che presenta diverse “sbrecciature” nella parte inferiore, segno questo che all'epoca della sua costruzione, la roggia sarebbe stata anche un canale navigabile, oltre che irriguo.

L'antico transito delle popolazioni locali ma anche il luogo di riscossione delle "gabelle" e dei "dazi" per chi transitava sopra o sotto il ponte. per gli abitanti del posto quando un credito è inesigibile, sovente alludono al ponte, sottolineando come sarà difficile riscuotere il dovuto per l'insolvenza del debitore.

Il detto “va piài sul punt da Proù " ovvero "và a prenderli sul ponte di Proh" alias "scordateli".


Si arriva a Proh: dall'Autostrada a4 Torino-Milano, uscita Novara Ovest, quindi Strada Provinciale 299 Novara - Alagna Valsesia.

venerdì 2 dicembre 2016

LA LEGGENDA DELL'ISOLA DI SAN GIULIO

Un'isola a poche centinaia di metri dalla riva, un Santo e una leggenda: questa è l'isola di San Giulio sul Lago d'Orta, in Piemonte.

ISOLA DI SAN GIULIO
ISOLA DI SAN GIULIO

Inevitabilmente chi visita il borgo medievale di Orta San Giulio, siamo in provincia di Novara, sulla sponda orientale del Lago d'Orta, nel luogo che ha dato  il nome al piccolo specchio d'acqua piemontese, finisce per visitare anche questo minuscolo isolotto dalla storia importante e dal suo misterioso passato.

Raggiungiamo la piccola Isola di San Giulio con il battello (il molo di partenza è sulla piazza a lago di Orta). 

Vista dalla riva sembra un luogo da cartolina, man mano che ci avviciniamo e guardiamo i palazzi e il monastero e il campanile che svetta alto nel cielo.
ISOLA DI SAN GIULIO
ISOLA DI SAN GIULIO
La leggenda vuole che a dominare questo minuscolo lembo di terra emerso dal lago, un tempo erano mostri e serpenti, anzi, un serpente che aveva fatto tabula rasa di ogni cosa presente sull'isola.
A placare l'ira di questo rettile fu San Giulio, un viaggiatore che, narra la tradizione popolare, aveva il dono di comandare le onde, le tempeste e gli animali feroci.

Il Santo riuscì, con un gesto della mano a scacciare questi animali che lo minacciavano, poi, stendendo  il suo mantello sull'acqua, salì sopra, come se fosse su una barca e si avvicinò all'isola senza bagnarsi. Il serpente, vedendolo, sparì e l'isola si mostrò agli occhi del Santo come una semplice roccia nuda.

San Giulio decise di stabilirsi qui e, alla sua morte volle essere sepolto nella chiesa che fece costruire proprio sull'isola.
ISOLA DI SAN GIULIO
ISOLA DI SAN GIULIO
Oggi possiamo visitare in tutta tranquillità l'isola che dista 400 m dalla riva.
Il piccolo isolotto ci mostra da lontano un agglomerato che ruota attorno alla basilica.
Ed è proprio ai piedi di questa che il nostro battello ci porta per la visita all'isola di San Giulio.

Una breve scalinata conduce alla basilica romanica, un gioiello dell'architettura novarese. 
La chiesa venne fondata da san Giulio, originario dell'isola di Egina in Grecia, che con il fratello Giuliano dedicò gli ultimi anni di vita all'evangelizzazione del lago d'Orta.
Nell'Alto Medioevo l'isola fu un importante luogo strategico sede di un duca longobardo e poi di un  castello appartenente al re d'Italia Berengario II, mentre in un secondo momento a far parte delle proprietà del vescovo di Novara.
ISOLA DI SAN GIULIO - CUPOLA E CAMPANILE DELLA BASILICA
ISOLA DI SAN GIULIO - CUPOLA E CAMPANILE DELLA BASILICA
La Basilica dell'Isola risale all'anno 390, successivamente venne più volte modificata. L'ultima fu nel IX secolo. L'edificio venne danneggiato durante gli assedi di Litolfo e Ottone I e successivamente  ricostruito conservando l'abside della vecchia chiesa ma ampliando il tempio portandolo a tre navate.
La cupola risale alla fine del XI secolo. All'interno sono conservate sculture lignee del XV secolo e diversi affreschi.
La chiesa custodisce anche l'ambone scolpito nella pietra di serpentino grigio-verde proveniente dalla vicina cava di Oira che al contatto con l'aria cambia colore avvicinandosi al bronzo.
Il personaggio raffigurato tra l'aquila ed il leone alato potrebbe essere  Guglielmo di Volpiano. A lui si deve la costruzione della torre campanaria in posizione distaccata dalla chiesa.
La facciata della chiesa che vediamo oggi e rimaneggiata nel 1700 conserva comunque l'aspetto romanico.
ISOLA DI SAN GIULIO - VIA DEL SILENZIO E DELLA MEDITAZIONE
ISOLA DI SAN GIULIO - VIA DEL SILENZIO E DELLA MEDITAZIONE
Usciti dalla chiesa, seguendo la stradina percorriamo il perimetro dell'isola; si tratta della "via del silenzio e della meditazione". Passeggiamo ammirando l'ottocentesco Palazzo dei Vescovi e l'Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae, un convento di clausura femminile.
Sull'isola di San Giulio abitano stabilmente alcune monache che passano il tempo tra preghiera,  studio e restauro di antichi e preziosi paramenti sacri.

Gli altri edifici dell'isola sono oggi residenze private, mentre anticamente erano abitazioni dei canonici. Tra queste, quella di maggior interesse è Villa Tallone, luogo aperto al pubblico soprattutto per i concerti di musica classica.
Oltre ai palazzi, si possono vedere corti e giardini ricchi di verde. Di tanto in tanto si aprono scorci sul lago e sui paesi rivieraschi.

ISOLA DI SAN GIULIO - VISTA DA ORTA SAN GIULIO
ISOLA DI SAN GIULIO - VISTA DA ORTA SAN GIULIO

COME ARRIVARE


In auto:
Autostrada A26 uscita Borgomanero (direzione Borgomanero) o Arona, quindi seguire la SR n.229 e le indicazioni  per il Lago d'Orta.
In treno:
La stazione di riferimento è quella di Orta - Miasino sulla tratta: Domodossola - Borgomanero – Novara
L'isola di San Giulio si raggiunge usufruendo dei servizi pubblici di navigazione.

giovedì 24 novembre 2016

POSTCARD: ISOLA DI SAN GIULIO

ISOLA DI SAN GIULIO
Unica isola sul lago d'Orta, in provincia di Novara, San Giulio è occupata per buona parte del suo territorio dall'abbazia Mater Ecclesiae
Poche le famiglie che abitano questo lembo di terra percorso nella sua circonferenza da una strada pedonale, costeggiando le antiche case dei canonici. 

L'Isola di San Giulio è anche il luogo dove è ambientato il romanzo breve di Gianni Rodari "C'era due volte il barone Lamberto, ovvero, I misteri dell'isola di San Giulio".Anche Umberto Eco citò l'isola nel libro "Numero zero".

martedì 15 novembre 2016

ROUTES. TRA CASTELLI E CASCINE SULLE VIE VERDI DEL RISO

Un percorso tra le risaie in Provincia di Novara alla scoperta di castelli, dimore storiche e un acquedotto romano.


VIE VERDI DEL RISO
VIE VERDI DEL RISO 

Un tragitto da fare in auto o, meglio ancora, in bicicletta per apprezzare maggiormente la zona nota come  "Vie Verdi". Siamo in uno spazio che racchiude, non solo i campi dove viene coltivato il riso e che, soprattutto in primavera, quando l'acqua copre la terra, crea suggestivi riflessi, ma anche tra le colline moreniche novaresi e castelli medievali costruiti a controllo del territorio e di difesa dai nemici.

Caltignaga, lungo la strada che da Novara si dirige al lago d’Orta e in Val d’Ossola è testimonianza di vita medievale, dove spicca il castello che i Caccia, una famiglia locale, fecero costruire nel Quattrocento su una precedente fortezza del X secolo.. Di proprietà privata, inglobava anche l'ex chiesa di San Lupo che conserva  tracce dell'origine romanica.
Un’altra chiesa da visitare a Caltignaga è la parrocchiale di Santa Maria Assunta, oggi di aspetto barocco. Nella zona del cimitero sorge l'oratorio di San Salvatore, dell'XI secolo. All’interno si può ammirare un ciclo pittorico del XV attribuito a Giovanni de Campo.
VIE VERDI DEL RISO  - CALTIGNAGA, CASTELLO
VIE VERDI DEL RISO  - CALTIGNAGA, CASTELLO

A Caltignaga si può ammirare anche l’antico acquedotto romano. Si  trova sulla strada Strada statale 229 del Lago d'Orta. (per chi proviene da Novara,  sul lato sinistro)  prima di entrare in paese. Si tratta di un importante reperto storico venuto alla luce durante scavi archeologici condotti tra il 1964 e gli anni '80, in quanto unico esemplare di epoca romana rinvenuto in territorio novarese. Lungo 1800 metri, potrebbe essere servito per trasportare l'acqua fino a Novara. 
L'acquedotto costeggia una roggia e una via privata con tanto di sbarra d'accesso. 
VIE VERDI DEL RISO  - CALTIGNAGA, ACQUEDOTTO ROMANO
VIE VERDI DEL RISO  - CALTIGNAGA, ACQUEDOTTO ROMANO

A Morghengo, lungo la strada sorge la Chiesa del Patrocinio (del 1743), detta anche Madonna della Cascinetta. Qui anticamente dimorava il traghettatore. Conserva un'immagine quattrocentesca della Vergine, ritenuta miracolosa.
VIE VERDI DEL RISO  - MORGHENGO, CHIESA DELPATROCINIO
VIE VERDI DEL RISO  - MORGHENGO, CHIESA DELPATROCINIO

Superata la chiesa, poche centinaia di metri ed entriamo nel piccolo borgo per ammirare la chiesa di San Martino (XI secolo) e la torre del castello che ha subito diversi rifacimenti. L’ultimo dei quali risale all'inizio del Novecento, mentre la torre è nota dal 1156, da quando le truppe milanesi l'assediarono ed espugnarono.

VIE VERDI DEL RISO  - MORGHENGO, CASTELLO
VIE VERDI DEL RISO  - MORGHENGO, CASTELLO


Dopo aver visto tante risaie ed aver pedalato per qualche chilometro, adesso possiamo concederci una pausa in una delle trattorie della zona. Questa è zona di risotti, formaggio gorgonzola e vino: Barbera, nebbiolo, Spanna, Vespolina.


IL PERCORSO

Lunghezza circa 6 Km interamente pianeggiante
Difficoltà nessun. Prestare attenzione alle auto sulla SS 229.
VIE VERDI - MAPPA PERCORSO. COPY GOOGLE MAPS


COME ARRIVARE 

Caltignaga si raggiunge in auto. Dall'Autostrada A4 (Torino-MIlano), uscita Novara Est, quindi seguire la NSA88 in direzione di Aeroporto/Novara, e  proseguire sulla SS 32 in direzione di Malpensa, infine svoltare sulla SP 83 in direzione di Caltignaga.
In alternativa si arriva a Novara in treno (Trenord o Trenitalia) e si prosegue in autobus.
Da Novara autolinee S.A.F Servizi,  linea per Borgomanero oppure linea per Stresa con le autolinee Fontaneto Autoservizi Tel. 0321.391601
Sempre arrivando a Novara in treno (Stazione FS), con la bicicletta si può raggiungere l'acquedotto romano. Dista 7 KM.

sabato 12 novembre 2016

ROUTES. ALLA SCOPERTA DEI MULINI AD ACQUA SUL FIUME TICINO

Lungo il corso del fiume Ticino e del Naviglio, si può vedere ciò che rimane dei vecchi mulini ad acqua, in un percorso tra natura e storia.

I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' PONTE CASTANO
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' PONTE CASTANO

I vecchi mulini ad acqua, strumenti che un tempo venivano utilizzati per macinare il grano, fonte di lavoro per parecchie famiglie, oggi non esistono più.
L'avvento dell'energia elettrica e soprattutto l'industrializzazione avvenuta nel corso del 1800 hanno  fatto scomparire questi edifici.
Molti sono stati abbattuti, altri sono stati ristrutturati e adibiti ad altro uso, perdendo quella che era la caratteristica iniziale. Alcuni sono ancora visibili e oggi sono diventati meta turistica.

Lungo le sponde piemontese e lombarda del fiume Ticino, a cavallo tra le Province di Novara, Milano e Varese, qualcuno è rimasto. Uno, in maniera particolare è stato recuperato, mentre altri due sono visibili dall'esterno.
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - TRAMONTO SUL FIUME
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - TRAMONTO SUL FIUME

Quello proposto non è un itinerario vero e proprio ma i pochi mulini restanti in questo lembo d'Italia  sono assolutamente da vedere. 

In provincia di Novara si trova il Mulino Vecchio di Bellinzago. Ad oggi è anche l'unico che  funziona regolarmente ed è in buono stato di conservazione. Non è più utilizzato per macinare la farina, ma un attento progetto di recupero lo ha trasformato in luogo didattico dove vedere documentazione storica, materiali e macchinari legati all'attività agricola.
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO  - IL FIUME TICINO
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO  - IL FIUME TICINO

Nella sala macine è possibile ammirare l'attrezzatura utilizzata per la macinazione delle granaglie.
Veniva, e viene tuttora, azionata con l'acqua della Roggia Molinara. Il meccanismo, legato ad una serie di ingranaggi che azionano le grandi macine di pietra per produrre la farina che in un secondo momento veniva trasformata in prodotto alimentare come il pane. In una attigua sala si può vedere  il forno.
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' PONTE CASTANO
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' PONTE CASTANO

Spostandoci sulla sponda lombarda del Naviglio Grande, in località Ponte Castano (provincia di Milano) troviamo un'altra storica costruzione: il Mulino Nuovo. Documenti provano l'esistenza di questo edificio in legno già nel 1474, allora aveva tre mole per macinare la mistura e una per il frumento.
Nel 1771 il Mulino Vecchio venne rifatto in muratura e recentemente ristrutturato è di proprietà privata, ma vi è libero accesso al cortile per ammirare ancora le pale (nella roggia scorre ancora l'acqua) e da una finestra, le macine, mentre su una parete si leggono una scritta ed una data risalenti all’anno 1877, forse si riferiscono al periodo dell'ultimo rifacimento della struttura.
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' TORNAVENTO
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO - MULINO IN LOCALITA' TORNAVENTO

Superata Castano Primo e procedendo in direzione della ciclabile del Canale Industriale, si arriva in territorio di Tornavento, nella zona chiamata “Molinelli”, nascosto tra gli alberi si possono vedere le pale di un terzo Mulino
Dalle poche informazioni si deduce che qui sorgessero ben due mulini dotati ognuno di tre macine e che nel 1882 la struttura venne trasformata in un opificio. 
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO
I MULINI AD ACQUA SUL TICINO 


COME ARRIVARE

In auto:
Bellinzago Novarese si raggiunge dall'Autostrada A4, uscita Novara est o Novara Ovest, quindi direzione Arona, mentre per chi proviene dall'Autostrada A8/A9, uscita busto Arsizio, seguire direzione Malpensa, uscita Oleggio, percorsa la SS 527 fino ad Oleggio, quindi svoltare sulla SS32

In treno:
La stazione ferroviaria di Bellinzago è sulla linea ferroviaria Novara- Arona

In Bus:
Da Novara linea per Bellinzago, Oleggio, Borgomanero o Domodossola, con i bus STNNET


venerdì 4 novembre 2016

ITALY HIDDEN: L'ANTICA DOGANA AUSTRIACA DI TURBIGO

Un antico punto dove riscuotere tasse e pagare dazio, pagina di storia locale, ridotta a rudere.

TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA

Al confine tra Lombardia e Piemonte, vicino al fiume Ticino nella zona che dall'Altomilanese conduce a Galliate e Novara si trovano i ruderi di una delle dogane settecentesche che gli austriaci avevano costruito al confine con lo stato Piemontese.

La Dogana turbighese sorgeva sulla “strada del Porto” in una zona di transito già nota in epoca romana per la presenza di due importanti arterie stradali, una era la Como-Novara, l'altra era la strada che collegava Milano con Novara.
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA

Nella zona a cavallo del fiume Ticino si inserisce anche il fantomatico paese di Binda, non lontano dal posto di frontiera turbighese, forse sede di una delle tante “Bettole” inserite sulla strada che conduceva al porto di Turbigo-Galliate che aveva la funzione di traghettare merci e uomini dal Regno Lombardo-Veneto a quello Sardo. 

All'altezza del ponte di ferro che attraversa il Ticino si possono ancora vedere resti dell'antico ponte romano, mentre in un ansa del fiume (nota come Molino del pericolo) sono stati scoperti diciannove pali di legno conficcati nel letto del fiume e alti circa due metri e potrebbero essere appartenuti al ponte medievale che attraversava il fiume azzurro.  
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA

Al di qua del Ticino, alla fine del Settecento, secondo quanto inserito nella “Legge Daziaria” dell'epoca,  fu istituita la “Ricevitoria’ di Turbigo”. Il complesso doganale doveva essere composto da un impianto di pesatura in beole di serizzo e  granito rosa di Baveno.
Purtroppo sciagurati scavi per il passaggio del metanodotto nel 1960, distrussero a pezzi la pesa (alcuni frammenti si possono vedere ancora oggi nell'attuale Via Roma).  

Quel che resta dell'antica dogana si può vedere raggiungendo l'alzaia del naviglio all'altezza dal Palazzo De Cristoforis Gray, oppure proseguendo e superando il palazzo e il ponte a tre arcate in mattoni a vista.
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA
TURBIGO - RUDERI ANTICA DOGANA


COME ARRIVARE

In auto
Dall'Autostrada A4 Torino_milano, uscita Marcallo Mesero, quindi SS336 direzione Malpensa uscita Castano Primo sud / Buscate nord e seguire le indicazioni per Turbigo.
In treno
Trenord linea Milano-Novara, fermata Turbigo.
L’aeroporto più vicino è quello di Milano Malpensa